Territorio e tradizione

Ci piace pensare che la corsa in natura possa essere anche occasione di scoperta.
In questa pagina trovi spunti per approfondire la conoscenza con il territorio feltrino, le comunità che lo abitano, le tradizioni che lo animano.

E’ bella, è splendida, è incantevole la città di Feltre col suo territorio così ricco, così vario, così pittoresco; colla sua corona di monti dalle forme bizzarre, dalle altezze superbe e dalla armoniosa corrispondenza fra loro, corse e ricorse dai mandriani, dai cacciatori, dagli alpinisti; colla sua vita di fonti, di ruscelli, di torrenti; colla sua gloria di valli e di colli gareggianti tutti di leggiadria, di produzione, di gioia; coi cento suoi paeselli ridenti di semplicità rusticana, e colle signorili sue ville, troneggianti di mezzo a giardini, a bruoli, a vigneti, talvolta sui lembi dissodati da patrizi romani, tal’altra fra le rovine di castelli medievali, e sempre dove la natura ha più forza e più grazia .

Così l’incipit del “Feltrino Illustrato” di Antonio Vecellio, siamo nel 1898.

Per approfondire:

Via Tilman

Le due prove competitive risalgono il versante meridionale del Monte Avena seguendo parte del tracciato – ripulito e tabellato nel 2013 dal consorzio rurale Tròi de Yale di Fonzaso – che ricorda l’avventuroso passaggio in queste terre del maggiore Harold William Tilman.

Le vicende belliche dell’autunno 1944, alle quali questo instancabile alpinista esploratore partecipò in qualità di ufficiale dell’esercito britannico, trovano ampio spazio nel suo libro “When men and mountains meet” del 1946.

Le giornate passate da Tilman tra i partigiani rifugiati sulle Vette Feltrine trovano nuova voce nel recente libro di Marco Albino Ferrari “Il sentiero degli Eroi”.

Per approfondire:

  • Harold William Tilman, Uomini e montagne, CDA Vivalda Editori – 2001
  • Marco Albino Ferrari, Il sentiero degli eroi. Rizzoli – 2016

Via Claudia Augusta Altinate

Il cippo miliare rinvenuto a Cesiomaggiore nel 1786 testimonia che il territorio feltrino era interessato da questa via di comunicazione di fondamentale importanza per i Romani.
Tracciata nel 15 a.C. da Druso questa strada permetteva il collegamento tra la pianura del Po e quella del Danubio valicando le Alpi Retiche.
Fu ultimata nel 47 d.C. dall’imperatore Claudio dal quale ha preso il nome di Via Claudia Augusta.

Per approfondire:

  • Via Claudia Augusta. Un’arteria alle origini dell’Europa: ipotesi, problemi, prospettive. A cura di Vittorio Gallizio, Aurora Edizioni – 2002

Alta Via 2 delle Dolomiti

L’Alta Via numero due attraversa la regione dolomitica dai suoi margini nord occidentali, tracciati dalla valle dell’Isarco, a quelli meridionali, segnati dal lento scorrere del Piave.
Un lungo viaggio tra pallide rocce ideato nel 1966 da Mario Brovelli e percorso integralmente per la prima volta nel 1969. Da allora affascina generazioni di escursionisti che intraprendono questo itinerario, ponte tra le atmosfere tirolesi della millenaria Bressanone Brixen e quelle venete della signorile Feltre.

Il Cammino delle Dolomiti

Un percorso ad anello in trenta tappe che abbraccia l’intera provincia di Belluno.
Qualcuno penserà che sia un modo di fare trekking. Ma non è così. Il Cammino delle Dolomiti va ben oltre. Copre il desiderio e il bisogno di ritrovarsi, nella fatica quotidiana, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel rivivere la storia, la spiritualità e la cultura di un tempo. Tutti aspetti che sono parti fondamentali della nostra vita.

Per approfondire:

Monte Avena

Il toponimo indica la presenza di sorgenti e rivi d’acqua. Infatti le pendici del monte, soprattutto quelle settentrionali, sono ricche di piccole polle sorgive.

Il Monte Avena, oggi in gran parte ricoperto di boschi di abete rosso alternati a superstiti raggruppamenti di faggio, conta su un’antica tradizione pastorale. I versanti sono disseminati da ruderi di maiolère (edifici di uso temporaneo il cui nome deriva da maggio, appunto il periodo di utilizzo) e da casère del prealpeggio, talune restaurate, mentre verso la cima sono ancora attive, con funzione di agriturismo, tre malghe comunali: due del Comune di Pedavena (Campèt, Casera dei Boschi), ed una del Comune di Fonzaso (Campòn).
Una strada sterrata che ricalca il tracciato militare del 1912 conduce fino alla sommità, dove sono visibili le trincee realizzate all’epoca del primo conflitto mondiale.
Dalla grande croce in ferro del 1950 è possibile ammirare la conca di Fonzaso, il lago del Corlo, l’intera dorsale del Monte Grappa.

La sommità tondeggiante del Monte Avena è un ampio pianoro che si trova a 1450 m slm, separato dalle Vette Feltrine dal Passo Croce D’Aune (1011m). Questa particolare ubicazione ha fatto sì che durante l’ultimo periodo glaciale, il Wurmiano(circa 80.000-10.000 anni fa) la cima del monte non fosse coperta dal grande ghiacciaio del Piave, e nello stesso tempo la sua relativa altitudine non ha consentito lo sviluppo di un relativo ghiacciaio.

La prima segnalazione di reperti preistorici risale al 1964. Gli scavi degli anni 80 hanno confermato con ricchezza di reperti le molteplici fasi della frequentazione della zona da parte dell’uomo, dal Paleolitico alla più recente Età del Bronzo.

Per approfondire:

  • Sovramonte. Guida al territorio. Tipografia DBS – 2006

Mondiali di Parapendio 2017

Dall’1 al 15 luglio 2017 sul Monte Avena si è disputata la 15^ edizione del FAI World Paragliding Championship.

Protagonisti indiscussi saranno i 150 atleti, provenienti da 35 nazioni, che si sono contesi il titolo di campione del mondo.

Per approfondire:

Santa Susanna

Una leggenda locale narra che l’edificio sia stato costruito da un eremita e che il diavolo, per eliminarlo, gli abbia scagliato contro un grosso macigno; l’eremita invocò allora Santa Susanna e il masso si conficcò a pochi passi dalla chiesetta formando una grande vasca, tuttora esistente, che raccoglie l’acqua piovana. La Tradizione tramanda che l’acqua qui raccolta acquistasse efficacia nel curare la toss pagana, ovvero la pertosse. La festa del santuario ricorre l’11 agosto.

L’indagine storica suggerisce l’esistenza di una postazione militare fin da epoca romana. Un punto di osservazione sulla sottostante conca feltrina, attivo in epoca medievale e dismesso dalla Serenissima.

La stessa vasca d’acqua, dalla anomala forma a catino, potrebbe essere servita da braciere per le segnalazioni ottiche con il castello di Feltre, con il castello del Monte Miesna (ora santuario dei Santi Corona e Vittore) e con il castello di Pedavena.

Per approfondire:

La Fabbrica di Birra

Il 27 marzo 1897 i tre fratelli, Luigi, Sante e Giovanni Luciani, originari di Canale d’Agordo (BL) inaugurano a Pedavena uno stabilimento per la produzione della birra.

L’azienda conosce fin da subito uno sviluppo eccezionale grazie al grande spirito imprenditoriale del gruppo fondatore e all’utilizzo di materie prime di elevata qualità: l’acqua oligominerale delle Dolomiti Bellunesi, il luppolo profumato e il lievito purissimo. (fonte fabbricadipedavena.it)

Per approfondire:

Bibliografia

I testi citati sono reperibili presso il Polo Bibliotecario Feltrino http://biblioteca.comune.feltre.bl.it

La leggenda dei Monti Pallidi – Affreschi del pittore Walter Resentera

Quarto dei sei figli di Ernesto Quintino e Olga Scopel, Walter Resentera, nacque a Seren del Grappa (BL), il 9 febbraio 1907. Il padre – figlio di Casimiro, segretario comunale nel paese d’origine (Lamon), e di Francesca Facen – continuò ad operare nella pubblica amministrazione. Trasferitasi a Pedavena, la famiglia entrò in amicizia con quella di Giovanni Luciani, titolare della fabbrica di birra “Pedavena”, ora di proprietà della “Castello” di Udine.

Diplomatosi svogliatamente ragioniere a Padova, Walter, che aveva manifestato fin da giovanissimo una spiccata propensione per il disegno e la pittura, dopo il servizio militare a Verona, andò a Milano con il proposito di avvicinare Marcello Dudovich, il grande cartellonista, e di vivere di pittura. Per qualche tempo invece dovette fare la fame e ingegnarsi a trovare qualche saltuaria commissione per sopravvivere e per mettere in luce le sue doti, nel contempo frequentando il “Savini” e il “Bagutta”, ritrovi classici degli artisti.
Conosciuto Dudovich, ottenne finalmente di lavorare per lui e col tempo riuscì a imporre il proprio talento nel difficile mondo dei manifesti pubblicitari e dell’illustrazione.
Altro settore della produzione artistica di Walter Resentera fu la pittura murale, ad affresco, tempera, mosaico.

Qui segnaliamo il ciclo sulle leggende dei Monti Pallidi.
Affresco nel giardino d’inverno della Birreria Pedavena a Pedavena, a qualche chilometro da Feltre. Anselmo Bucci (1887 – 1955, pittore e scrittore) citò l’opera in uno dei suoi articoli. Descritte le bellezze di Feltre, l’autore si sofferma a illustrare l’affresco della centrale di Soverzene. Poi afferma: «Questo animoso e valido affresco moderno è opera del noto pittore Feltrino Walter Resentera, di cui vedemmo ammirati, nel paese di Pedavena, un altro affresco, grande come il Paradiso di Tintoretto, in cui l’audace ma non temerario giovane spiegò centocinquanta figure che raccontano le “Leggende dei Monti Pallidi”: guerrieri regine gnomi elfi alci cervi paggi; uno stuolo di fantastici cori che, illuminato di notte da luci moderne, sotto un portico, nel fondo di un verdissimo prato, tra la solitudine dei monti, fa l’effetto di un sortilegio». (Anselmo BUCCI, Una piccola Venezia rupestre, 1955)

Fonte: